Qualche tempo fa, guardando un documentario, ho scoperto l’esistenza degli uccelli tessitori. Questi piccoli uccelli dell’Africa subsahariana, grandi poco più di un passero, costruiscono insieme enormi nidi comunitari lunghi anche quattro o cinque metri: vere e proprie cattedrali di fili d’erba e rametti intrecciati. Nessuno di loro, da solo, sarebbe in grado di creare una simile struttura; ma, intrecciando pazientemente il proprio filo con quello degli altri, danno forma a una dimora condivisa, capace di accogliere e proteggere la vita di molti. Il nido degli uccelli tessitori non è mai finito: si allarga, si ripara, si rinnova a seconda del vento e delle stagioni. È una costruzione che respira e accoglie. Semplicemente, vive.
E chissà allora se, come Chiese italiane, riusciremo a imparare un po’ di questa arte da questi animali meravigliosi.
Il documento di sintesi Lievito di pace e di speranza
Il documento di sintesi del Cammino sinodale, Lievito di pace e di speranza, nella sua terza parte ci invita davvero, ancora una volta, a riconoscere come comunità cristiane i carismi gli uni degli altri, per metterli al servizio della Chiesa. È un invito che non nasce soltanto dal desiderio di “coinvolgere di più”, ma anche dalla volontà di riscoprire la bellezza della comunione: la forza trasformante di una Chiesa che non vive di compartimenti stagni, ma di relazioni intrecciate.
Il documento richiama la necessità di valorizzare i carismi e le competenze di laici e laiche, consacrati e consacrate, accogliendo il contributo specifico di competenza e di testimonianza che tutti i battezzati possono offrire per la missione della Chiesa. Non si tratta semplicemente di riconoscere ruoli o compiti, ma di ascoltare la voce dello Spirito che parla attraverso ciascuno: attraverso il vescovo, guida a servizio dell’unità della comunità ecclesiale; attraverso i presbiteri, chiamati per ministero a vivere la comunione; ma anche attraverso le famiglie, le donne e gli uomini, i giovani e gli anziani.
È lo Spirito che può parlare anche attraverso di me, attraverso di te
Questa consapevolezza ci interpella: ci scomoda dalle nostre vite frenetiche e sempre impegnate, per invitarci a portare il nostro rametto – un po’ di tempo, una parola, un’esperienza, un’intuizione – e intrecciarlo con quelli degli altri. In questo intreccio, nessuno è marginale: anche il ramoscello più sottile contribuisce a tenere insieme l’intera trama.
E, come nel nido dei tessitori, la struttura si regge solo se ogni filo è legato a un altro. Non c’è forza nella solitudine, ma nella comunione.
Alla conclusione di questa terza assemblea sinodale, non vogliamo semplicemente ripeterci che lo stile sinodale non riguarda solo i momenti assembleari o le grandi decisioni: esso è lo stile di una Chiesa che vuole continuare a camminare insieme, lasciandosi guidare dallo Spirito.
È lo stile con cui vogliamo tornare nei nostri Consigli pastorali diocesani e parrocchiali; lo stile con cui desideriamo ripensare l’animazione pastorale, organizzandoci in gruppi o équipe ministeriali; lo stile con cui, con trasparenza, vogliamo occuparci dell’amministrazione economica dei beni, a servizio della carità e della comunione.
Lo stile sinodale
In ogni ambito, lo stile sinodale ci chiede di passare da una logica di ruoli a una logica di comunione; da una visione funzionale a una visione relazionale, dove la corresponsabilità non è mera divisione di compiti, ma valorizzazione dei carismi. È un cammino non privo di fatica, perché intrecciare fili diversi richiede tempo, ascolto, pazienza. Significa accettare i conflitti, rallentare, imparare a cedere spazio. Ma proprio in questa fatica si manifesta la bellezza del Vangelo vissuto insieme.
Quando riusciamo a sperimentarlo – anche solo per un momento – comprendiamo che la comunione non è un ideale astratto, ma una forza concreta che genera vita nuova.
Perché non siamo “piccole api” rinchiuse nel proprio alveare, ma tessitori di una casa comune.
Una Chiesa così, allora, non è una struttura da mantenere, ma un nido che accoglie: una trama viva di relazioni che rendono visibile il volto di Dio nella storia.
Una Chiesa che vive, respira, intreccia – e, come il nido dei tessitori, diventa casa per molti.