Dal 29 novembre 2025 entrerà ufficialmente in vigore la Legge 10 novembre 2025, n. 167, il nuovo cantiere di semplificazione normativa con cui il Governo punta a rimettere ordine in un sistema legislativo spesso giudicato troppo frammentato e poco comprensibile. Il testo ridisegna il modo in cui le leggi vengono scritte, aggiornate e valutate, introducendo strumenti innovativi e un pacchetto di deleghe che interesserà numerosi settori.
Legge annuale di semplificazione
Il fulcro della riforma è la “legge annuale di semplificazione”, un appuntamento fisso che obbligherà l’esecutivo a presentare entro il 30 giugno di ogni anno un disegno di legge dedicato al riordino delle norme più datate o ridondanti. Una sorta di manutenzione periodica dell’impianto normativo, spesso evocata ma mai sistematizzata fino ad ora.
Tra le novità più attese spicca la Valutazione di impatto generazionale (VIG), un meccanismo che analizza gli effetti delle nuove norme sulle giovani generazioni e su quelle future. Un cambio di prospettiva non da poco: per la prima volta, le leggi dovranno dichiarare il loro impatto su chi erediterà il Paese nei prossimi decenni. Accanto alla VIG, viene potenziata anche la valutazione dell’impatto di genere, che diventa obbligatoria nell’analisi normativa.
Il cambiamento digitale
Importante anche la svolta digitale. La legge delega il Governo ad aggiornare il Codice dell’amministrazione digitale e a introdurre modalità completamente digitali per la produzione normativa. L’obiettivo è chiaro: archiviare progressivamente timbri, sigilli e procedure cartacee, ancora oggi richieste da normative risalenti anche a quasi un secolo fa.
Il provvedimento contiene infine un ampio ventaglio di deleghe settoriali: dalla disabilità alla protezione civile, dalla navigazione interna agli affari esteri. In tutti i casi lo scopo è lo stesso, ovvero quello di riordinare norme sparse, ridurre la burocrazia e armonizzare regolamenti spesso stratificati nel tempo.
Clausola di invarianza finanziaria
Resta ferma, però, la clausola di invarianza finanziaria. Nessuna delle riforme previste, infatti, potrà comportare nuovi costi per lo Stato, a meno che non siano individuate coperture specifiche.
Con questa legge – vista come un tassello fondamentale della modernizzazione amministrativa – il Governo scommette su un modello legislativo più leggibile, digitale e orientato al futuro. Ora la parola passa ai decreti attuativi, che nei prossimi mesi dovranno trasformare la cornice di principi in misure concrete.
Redazione redigo.info