Il Significato nascosto di Sedano, Prezzemolo e Basilico

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Scopri le origini linguistiche di sedano, prezzemolo e basilico, tre protagonisti della cucina mediterranea con una storia affascinante che affonda le radici nell’antichità.

Sedano, Prezzemolo, Basilico: le radici linguistiche di tre erbe aromatiche

La cucina italiana non sarebbe la stessa senza sedano, prezzemolo e basilico, tre pilastri dell’arte culinaria che donano sapore e profumo ai nostri piatti.

Ma oltre al loro impiego gastronomico, questi tre ingredienti nascondono un’eredità etimologica affascinante, che attraversa il tempo e lo spazio, collegandoci alle lingue e alle culture del passato.

Sedano: il legame con il prezzemolo

Il termine sedano ha un’origine che potrebbe sorprendere molti.

Deriva dal latino “selinum”, a sua volta preso in prestito dal greco “selinon” (σέλινον), che significa “prezzemolo”.

Curiosamente, questa forma si è mantenuta quasi inalterata in alcuni dialetti, come il veneto e il bresciano, dove il sedano è ancora chiamato “selino”.

Nonostante l’assonanza, sedano e prezzemolo appartengono a due piante diverse, anche se entrambe fanno parte della famiglia delle Apiaceae.

Il loro legame linguistico testimonia una comune percezione nel mondo antico, dove queste erbe venivano probabilmente utilizzate in modo intercambiabile o con funzioni simili.

Prezzemolo: l’erba che cresce sulle rocce

Il prezzemolo deve il suo nome all’ambiente in cui cresce. Il termine deriva dal latino “petroselinum”, che a sua volta proviene dal greco “petrosèlinon” (πετροσέλινον), formato da petra (“roccia”) e selinon (“sedano”). Il significato letterale? “Sedano delle rocce”, poiché questa pianta si sviluppa con facilità su terreni sassosi e rupi.

Il suo utilizzo in cucina è talmente diffuso che ha dato origine all’espressione “essere come il prezzemolo”, riferita a chi si trova dappertutto, proprio come quest’erba nei piatti della tradizione mediterranea.

Basilico: la pianta dei re

Il basilico non è solo il re del pesto e delle insalate estive, ma lo è anche nel nome.

Il termine deriva dal latino “basilicum”, a sua volta tratto dal greco “basilikon” (βασιλικόν), che significa “pianta regale”.

L’origine di questo appellativo è incerta, ma esistono due teorie principali:

1. Uso regale: il basilico potrebbe essere stato impiegato nella preparazione di infusi destinati esclusivamente ai sovrani dell’antichità.

2. Mito del basilisco: secondo un’antica credenza, si pensava che questa pianta fosse legata al basilisco, un leggendario rettile capace di uccidere con lo sguardo, nato – secondo la mitologia – da un uovo di gallo covato da un serpente o da un rospo.

Nel dialetto salentino, il basilico prende il nome di “vas(i)nicò”, mentre il sedano e il prezzemolo sono rispettivamente “accia” (dal latino apium) e “putrisino”.

Conclusione

Le parole che usiamo ogni giorno in cucina raccontano storie di scambi culturali, antiche credenze e adattamenti linguistici che hanno attraversato secoli.

La prossima volta che spezzerai una foglia di basilico o aggiungerai un rametto di prezzemolo al tuo piatto, ricordati che non stai solo cucinando: stai maneggiando frammenti di storia linguistica millenaria.

Tu conoscevi queste curiosità?

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Red