L’Agenzia europea per i medicinali (EMA) ha pubblicato il primo report annuale “European sales and use of antimicrobials for veterinary medicine: Annual surveillance report for 2023” sulle vendite e l’utilizzo degli antimicrobici nei bovini, suini ed avicoli, basato sui dati raccolti in tutti i 27 Paesi dell’Unione Europea, insieme a Islanda e Norvegia, tramite la nuova piattaforma Antimicrobial Sales and Use (ASU) per l’anno 2023.
A partire dal 2024, la raccolta di dati sulle vendite e sull’uso di antimicrobici veterinari è diventata obbligatoria per tutti gli Stati membri dell’Unione Europea (UE) e dello Spazio Economico Europeo (SEE) in conformità con il Regolamento (UE) 2019/6 sui medicinali veterinari.
L’EMA ha sviluppato una nuova piattaforma – Antimicrobial Sales and Use (ASU) Platform – che si basa sul successo dell’iniziativa ESVAC e ne amplia la portata, includendo anche i dati sull’uso degli antimicrobici, oltre ai dati sulle vendite.
Ed è grazie alla piattaforma ESVAC – riconosce l’EMA – che sono stati raccolti i dati di vendita in Europa in un periodo di 12 anni. “In questo periodo si è osservato un calo del 50% nelle vendite di antibiotici veterinari, grazie agli sforzi collettivi dei Paesi che hanno fornito dati e sviluppato strategie nazionali per promuovere un uso responsabile“.
Nel 2023 sono stati raccolti dati sull’impiego di quattro principali specie animali destinate alla produzione alimentare: bovini, suini, polli e tacchini. “I veterinari hanno svolto un ruolo fondamentale nella raccolta dei dati – afferma EMA – in quanto sono stati selezionati come unici fornitori di dati da 16 Paesi segnalanti”. I restanti 13 Paesi dichiaranti si sono affidati a fornitori di dati diversi dai veterinari, come farmacie, mangimifici, allevatori e rivenditori al dettaglio.
Dal report dell’EMA, emerge che la classe di antimicrobici più venduta per gli animali destinati alla produzione alimentare è la penicillina, seguita dalle tetracicline e dai sulfonamidi. Secondo la categorizzazione AMEG circa il 65% delle vendite totali dell’UE per animali destinati alla produzione alimentare ha riguardato sostanze appartenenti alla categoria D (che dovrebbero essere utilizzate come trattamenti di prima linea, ove possibile), il 29% rientra nella categoria C (che dovrebbe essere presa in considerazione solo quando non sono disponibili antibiotici clinicamente efficaci nella categoria D) e il 6% rientrava nella categoria B (che sono di importanza critica nella medicina umana, ma il cui uso negli animali dovrebbe essere limitato per attenuare il rischio per la salute pubblica).
“E’ la prima volta che vengono raccolti dati sull’uso in tutta l’UE. Molti Paesi stanno ancora implementando o migliorando i loro sistemi di raccolta dati sull’uso di antimicrobici. Pertanto, i dati condivisi per il 2023 non sono ancora sufficientemente completi“, sottolinea l’EMA. Gli Stati membri si sono impegnati a rafforzare i propri sistemi di raccolta dei dati sull’utilizzo, con l’obiettivo di aumentarne l’accuratezza e la copertura. “Questa iniziativa ha già dimostrato una forte cooperazione tra i Paesi segnalanti, poiché coloro che hanno esperienza nella raccolta di dati sull’uso di antimicrobici hanno offerto guida e supporto, promuovendo un ambiente produttivo e collaborativo”, sottolinea l’Agenzia.
“I dati dei rapporti annuali ESUAvet, raccolti tramite la piattaforma ASU, aiuteranno a identificare le tendenze nel consumo di antimicrobici negli animali con maggiore precisione, consentendoci di affrontare la crescente complessità della resistenza antimicrobica e di adottare misure appropriate per proteggere la salute degli animali e degli esseri umani in Europa“, conclude l’EMA.