Rhode di Hailey Bieber: un brand giovane, una manciata di prodotti in catalogo, una comunicazione curata e un’identità fortissima. È bastato questo per spingere una multinazionale (e.l.f. Beauty, Inc.) a investire un miliardo di dollari in un’acquisizione che ha fatto parlare il mondo. Ma non è l’ennesima storia del beauty o delle celebrity. È un segnale chiaro: oggi il vero valore non è solo nel prodotto, ma in come quel prodotto viene percepito, raccontato, posizionato.
Per le aziende italiane, soprattutto in ambito B2B, queste dinamiche possono sembrare distanti. In realtà, rappresentano una mappa precisa per orientarsi tra fusioni, acquisizioni e strategie di posizionamento. E per capire come – e quando – comunicarle nel modo giusto.
Fondersi non è un segnale di crisi, è una strategia di espansione
In Italia c’è ancora l’idea che le fusioni siano una mossa “difensiva”, legata a momenti di difficoltà o ristrutturazione. Ma nella realtà di mercato attuale, fondersi o farsi acquisire è spesso la via più veloce per crescere, penetrare nuovi settori o mercati e rafforzare la propria offerta.
Pensiamo a un’azienda con un prodotto di nicchia, ben posizionata su un pubblico verticale, che si unisce a una realtà più grande per accedere a una rete distributiva internazionale. Oppure a una PMI che affianca al proprio know-how tecnico una struttura commerciale più forte, mantenendo la propria autonomia operativa. Queste operazioni non si improvvisano: vanno pianificate, posizionate correttamente e comunicate con strategia. Anche perché, quando la notizia esce, non si parla solo di numeri: si parla di fiducia.
Quando dirlo, come dirlo, dirlo?
C’è chi comunica una fusione solo a giochi fatti. Chi la lancia in grande stile. Chi la ignora (per poi rincorrere voci e fraintendimenti). E chi invece ne fa uno storytelling efficace che rafforza la reputazione, motiva i dipendenti e rassicura clienti e stakeholder.
Il “come” e il “quando” sono tutto: un annuncio mal gestito può generare confusione e far percepire l’operazione come una svendita o un indebolimento. Al contrario, una comunicazione ben orchestrata trasmette solidità, visione e continuità.
Noi, come agenzia, lavoriamo spesso su questi momenti-chiave affiancando le aziende nella definizione del messaggio, nella scelta dei canali, nella gestione delle FAQ interne ed esterne. Perché non è solo una notizia da dare, ma un’opportunità di posizionamento.
Il brand vale (anche) più del prodotto
Il caso Rhode dimostra come, in alcune acquisizioni, il prodotto passa in secondo piano rispetto al brand. L’azienda acquirente non stava comprando solo una formula o una linea cosmetica: stava acquistando una community, un immaginario, un posizionamento distintivo già pronto all’uso. Era un investimento in visione e percezione.
E questo vale anche in B2B. Se la tua azienda è riconoscibile, coerente, con un tono di voce solido e una brand identity memorabile, stai costruendo un valore che va ben oltre ciò che vendi. È questo che ti permette di differenziarti, giustificare margini più alti, attrarre partner e investitori.
Come si costruisce? Non con un bel logo e basta. Ma con una narrazione coerente, uno stile visivo riconoscibile, una presenza digitale ben curata e contenuti che parlano la lingua del tuo target. In altre parole: con una strategia di comunicazione che lavora ogni giorno per alzare la percezione di valore.
Conclusione
Le fusioni non sono solo operazioni finanziarie. Sono atti di posizionamento. E la comunicazione ne è una leva fondamentale. Se la tua azienda sta valutando una partnership, un’acquisizione o un’espansione, è bene ragionare anche su come raccontarla.
Una strategia integrata può trasformare un passaggio tecnico in un vantaggio competitivo. E se oggi hai un brand che parla chiaro, domani potresti essere tu a valere molto più del tuo listino.
Se vuoi capire come rafforzare il tuo posizionamento o come strutturare la comunicazione di una possibile operazione strategica, siamo qui per parlarne. Con metodo, visione e concretezza.