Bonjour Paris! – Chiacchiere Letterarie

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Giovedì 11 settembre 2025

Parigi ci accoglie con nuvole e pioggia. Dal finestrino dell’aereo riesco a malapena a scorgere la Tour Eiffel che spunta, lontana, dalla foschia umida della città.

L’arrivo a Orly è morbido, come morbido è l’atterraggio: i bagagli si recuperano facilmente e in poco tempo, il taxi prenotato su Bolt ci attende all’uscita del terminal e, lungo il tragitto trafficato ma scorrevole, l’autista ci indica entusiasta, in mezzo alla pioggia scrosciante, la Torre che di nuovo fa capolino per salutarci.

È sera e oggi c’è poco tempo per girottare e fare i turisti per la città, ma dicono che la prima impressione sia quella che conta, e la prima impressione di Parigi è di bagnata e piacevole efficienza. Perfino le formalità di consegna delle chiavi e stato del luogo (un foglietto nel quale proprietario di casa e affittuaria appongono le loro firme per dichiarare che i locali sono in buone condizioni) scorrono senza intoppi.

Davanti a noi, a me e al mio dolce accompagnatore, si snoda un fine settimana di acquisti essenziali e turismo, con la speranza che il cielo, che ora vediamo spuntare a tratti dai vetri della Cantine Maxime in cui ci fermiamo a cenare, ci regali qualche giornata di sole per passeggiare in tranquillità.

Intanto, le prime conversazioni in francese sono andate, e tra un balbettio e un’inserzione in inglese al momento opportuno non sono state tanto male. Speriamo che il mal di testa da lingua straniera non si faccia sentire troppo presto. Per il momento assaporo la mia bistecca parigina e sorrido: sono arrivata.

Turisti infaticabili wannabe

Venerdì 12 settembre 2025

Questo primo vero giorno a Parigi è tutto all’insegna del turismo: prima tappa Tour Eiffel, per salutare una vecchia amica che non vedevo da circa un ventennio e presentarla al dolce accompagnatore; poi passeggiata sulla Rive Droite, Place de la Concorde, Tuileries e Louvre, un salutino dall’esterno a Notre Dame de Paris e infine Quartier Latin. Insomma, non ci facciamo mancare nulla del pacchetto base da bravi turisti e la città ci regala sole e un piacevole tepore.

Il pranzo è a tema coreano nel II arrondissement, sede della mia università nonché rinomato quartiere orientale; tra i tanti intriganti locali scegliamo Dong Né Chicken, che ci offre dei buoni bibimpap e dupbab (rispettivamente riso con verdure e riso con manzo marinato) e deliziosi ravioli lievemente piccanti.

E dopo pranzo e dopo un’altra bella passata di chilometri a piedi approdiamo ai Jardins de Luxembourg, ora modesta sede del Senato francese, per godere del sole nelle sediette dei giardini della regina Maria de’ Medici, che ringraziamo per aver portato un pezzetto di quieta Firenze nobiliare fino a qui. Al ritorno ci concediamo la metro, che per essere due piétons pisani del tutto disabituati a mezzi di trasporto del genere si rivela davvero comoda e soprattutto rapida.

Pausa sonnellino per ricaricare le pile e poi infine cena al Bouillon Chartier di Montmartre, che dal 1896 offre, come si legge dal sito, “un pasto degno di questo nome a un prezzo modesto”. Cibo popolare ma estremamente gustoso e prelibato, in cui spicca senz’altro il piatto di escargot servite con pinze e forchettine per sentirsi delle vere Pretty Woman (e sì, anche le mie lumachine sono un po’ schizzate ovunque, lo ammetto).

Il bilancio della giornata è ottimo: tanto sole, tanti bei posti, cibo buono e tanta tanta stanchezza, che poi è solitamente sintomo di una giornata vissuta con intensità.

C’era parecchia stanchezza…

Grigiore e spese necessarie

Sabato 13 settembre 2025

Vinta dalla stanchezza del giorno prima e dalla constatazione che a un certo punto avrei dovuto cominciare a comprare qualcosa per sopravvivere in Francia, ho votato la giornata di oggi quasi interamente allo shopping. Di quello banale, però, tra negozi praticamente identici a quelli italiani ma a prezzi inspiegabilmente più bassi come Zara o l’immancabile Ikea che approvvigiona schiere di studenti fuori sede dall’alba dei tempi.

Prima, però, tappa obbligata alla Boulangerie Lorette del 13° arrondissement, per assaporare i croissant arrivati quinti nella gara dei migliori di Parigi, che grondano burro e felicità in egual misura.

Nel pomeriggio ha iniziato a piovigginare, dentro e fuori casa, perché va bene essere avventuriere forti e coraggiose, ma l’idea di rimanere tutte sole in una città così immensa e doversela cavare con cose tipo “fare la spesa in negozietti scrausi a prezzi folli” hanno comunque un certo impatto sull’umore.

Per fortuna il buon cibo e la buona compagnia fanno sempre miracoli, e la giornata si è chiusa con una fantastica cena da 750g la table, una brasserie di quartiere con piatti tipici della cucina francese rivisitati dall’estro dello chef (che significa affogati anch’essi nel burro ma ehi, chi siamo noi per lamentarci?)

Ora si fa sul serio

Domenica 14 settembre 2025

E ora sono qui, di domenica sera, seduta alla mia nuova scrivania che punta fastidiosamente verso un muro spoglio (che sarà tale per molto poco, è una promessa), dopo aver preparato un po’ di cibo per i primi giorni di università e aver fatto il primo lavaggio di vestiti nella casa nuova.

Di turistico oggi c’è stato solo l’abbondante brunch da Voie 15, un ristorante e spazio di coworking che probabilmente diventerà la base di molte delle mie serate parigine.

La camera è pronta, le cose da portare con me domani anche e, dopo un saluto degno di Hollywood all’aeroporto (con tanto di lacrimucce perché eh, siamo umani d’altronde) ora assaporo l’esaltante e al contempo terrorizzante sensazione di essere davvero sola in una città tutta da scoprire, dove la gente parla una lingua che non è la mia e le usanze sono per forza di cose diverse dalle mie. Sarà complicato, all’inizio, e probabilmente la nostalgia di casa e di ciò che mi sono lasciata dietro mi assalirà a tradimento nei momenti di maggiore vulnerabilità. Però mi guardo intorno e realizzo, per l’ennesima volta in questa manciata di giorni, che sono davvero arrivata a Parigi, con le mie sole forze, e che ho quasi un intero anno per imparare a conoscere questa città come le mie tasche.

E dunque bando alla tristezza e cominciamo davvero questa avventura! 

À demain, ma belle ville lumière.

Recapiti
Denise