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L’École nationale des chartes
Mercoledì 17 settembre 2025
Ho terminato i giorni di presentazione del master Humanités Numériques dell’École nationale des Chartes, tre giorni intensivi per conoscere i ricercatori e le ricercatrici che lavorano in seno alla scuola e per scoprire i temi di ricerca più attuali sui quali lavorano – e sui quali anche noi, a breve, cominceremo a lavorare per i nostri “mémoire”, ovvero le tesi magistrali.
Il primo impatto con la scuola è stato un po’ brutale, con cinque ore quasi di filato di presentazioni tutte in francese stretto, che certamente me lo sono scelto ed è pure una lingua che apprezzo, ma dopo la quarta ora le parole cominciavano a mischiarsi tutte e i significati a diluirsi in una poltiglia di stanchezza e incoscienza generale.
In compenso ho scelto un tema per la mia tesi, in tempo record perché qui devi fare la tua scelta praticamente subito, e cominciare a lavorarci già dal primo semestre. Domani manderò una mail al professore che mi piacerebbe avere come relatore per proporgli la mia idea, quindi vi saprò dire meglio quando diventerà qualcosa di tangibile e reale, ma intanto vi anticipo che mi piacerebbe lavorare sulla letteratura per l’infanzia e per l’adolescenza, c’è anche un corso che vorrei seguire all’ENS (École normale supérieure) su questo argomento, sempre che appunto il mio relatore trovi l’idea interessante.
Vedremo, incrociamo tutte le dita. Nel frattempo ho qualche giorno per rilassarmi e riposarmi un po’, e per partire alla scoperta di questa nuova città ricca di meraviglie.
La turista distratta
Venerdì 19 settembre 2025
Il 20 e il 21 settembre a Parigi si svolgono le Giornate del patrimonio, un’occasione per visitare musei, mostre e monumenti in maniera gratuita e con guide esperte che ti raccontano la storia della città e delle sue molte meraviglie. Stamattina sono uscita tutta baldanzosa di casa alle 8:30, pronta per la mia prima visita, per poi scoprire che oggi era solo 19 e che dovrei decisamente comprarmi un calendario da appendere da qualche parte, perché proprio non gliela posso fare.
Ma va be’, cercherò di essere comprensiva con me stessa, d’altronde mi sono sdradicata da casa e riradicata a 800km di distanza, in una città caotica in cui mangiano cibo iper costoso e adorano venderti la frutta e la verdura prezzate al pezzo e non al chilo, quindi ci sta perdere qualche colpo ogni tanto.
Ho rimediato facendo una lunga passeggiata nel quartiere Les Halles, scoprendo angolini e chiese maestose e acquistando una baguette iper croccante da sbocconcellare per strada (Adri, se mi leggi, lo so che sei molto contrariata da questa cosa, perdona la golosa che è in me, ma era davvero buona e bruciacchiata al punto giusto).
Rientrata a casa, mi sono cruciata un po’ nell’attesa di una risposta dal relatore, anche se so che un giorno è davvero un intervallo troppo breve per aspettarsi una risposta, ma l’ansia è tanta e il desiderio che accolga la mia proposta davvero bruciante.
Per distrarmi ho iniziato la mia prima lettura in francese in Francia. Ho acquistato l’edizione economica di Triste tigre di Neige Sinno, che avevo visto pubblicizzato nei grandi pannelli della metro e mi ispirava assai. È una lettura tutt’altro che facile o leggera, poiché si tratta del memoir di una donna sopravvissuta a ripetuti abusi sessuali infantili da parte del patrigno; è però anche una lettura intensa, dolorosa ma viva, bruciante, e mi sta prendendo tanto da riuscire a leggere anche in metro, sballottata dalla gente che entra ed esce frettolosamente alle varie fermate.
Tra l’altro, notavo che c’è tantissima gente, qui a Parigi, che legge sui trasporti pubblici: soprattutto ragazze giovani, che leggono narrativa in formato per lo più tascabile, gli occhi catturati dalle pagine e i movimenti di salita e discesa dai mezzi praticamente automatici; c’è anche qualche studente che ripassa da grossi tomi universitari dando prova di un invidiabile equilibrismo, e diverse persone che optano invece per un e-reader.
Venendo da Pisa non posso fare molte comparazioni con le metro o i tram delle grandi città italiane, ma ho come la sensazione che qui si legga di più, almeno negli spostamenti. E in effetti forse diventa anche una necessità, quella di isolarsi e alienarsi dalla realtà, quando si è costrette a passare molto tempo compresse sotto terra, in mezzo a tanta gente sconosciuta; un modo per crearsi una piccola bolla di serenità prima di andare al lavoro, che sia tramite un libro, un audiolibro o una playlist musicale, o per decomprimere alla fine di una lunga giornata di lavoro o di studio.
Vi saprò dire meglio in futuro se si tratta di piacere o necessità (o di una miscela dei due), per ora devo dire che mi piace, essere parte di questa comunità di lettrici e lettori itineranti per i sotterranei di Parigi.
La turista anti-turismo
Sabato 20 settembre 2025
Oggi era davvero il giorno giusto, quindi sono riuscita a fare le mie visite gratuite prenotate in imbarazzante anticipo (credo intorno al 15 agosto o giù di lì, tanta era l’ansia di arrivare a Parigi e non trovare più posti).
Sono andata a vedere il refettorio dell’antico priorato di Saint-Martin-des-Champs, datato 1060 d.C e oggi riqualificato in biblioteca del Conservatorio nazionale delle arti e dei mestieri (che ovviamente ha il suo bell’acronimo, CNAM). Un luogo maestoso e pieno di storia, mi chiedo come facciano le persone che studiano qui a non distrarsi continuamente e risvegliarsi con la testa sospesa all’insù per osservare le volte e le complesse decorazioni delle colonne.
Seconda tappa della giornata l’Ambasciata del Regno Unito, praticamente una reggia nel cuore della città con tanto di giardini all’inglese e maestose sale da pranzo. Ci hanno pure regalato una tazza e un bicchiere, in cambio di un sondaggio in cui dovevamo esprimere la nostra opinione sul Regno Unito in quanto francesi (molto buffa come cosa, mi chiedo cosa risponderebbe una vera francese a una domanda del genere).
L’Ambasciata è stata anche l’ultima tappa della giornata, sia perché pioveva, sia perché credo di cominciare a interiorizzare davvero la pariginità, e muovermi in mezzo alle folle di turisti ingombranti cominciava davvero a logorarmi. E poi, mi sono anche detta che un anno per visitare e conoscere la città è ben lungo, e ha poco senso farlo di corsa in una delle giornate più densamente turistiche dell’anno.
Nota super positiva della giornata: il pranzo da Menkicchi Ramen, un localino piccolo ma accogliente nel quartiere giapponese, dove ho mangiato un ramen immenso e gustosissimo in compagnia della mia lettura francese.
Mica male come primo sabato in solitaria a Parigi.