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Camminando sotto il sole a Montmartre
Martedì 7 ottobre 2025
Parigi regala un’altra settimana di sole e oggi ho colto l’occasione per fare di nuovo la turista: direzione Montmartre con la metro 12, che mi ha portata quasi all’imboccatura delle celebri e infinite scalinate laterali. Mi sono resa conto di essere un po’ fuori allenamento, perché gli ultimi gradini li ho fatti con il fiatone, ma la vista ha ripagato tutta la fatica: sono emersa in mezzo al caos colorato e chiassoso dei ristoranti e dei negozi di Place du Tertre, e dopo una svolta ecco le cupole della maestosa (e da questo lato non proprio bianchissima) Basilique du Sacré-Cœur.
Il bel Parc Marcel Bleustein Blanchet abbraccia il fianco della basilica e mi io mi ci sono rifugiata qualche minuto per godere del sole che spuntava tra i rami e approfittare dei bagni pubblici, che a Parigi sono sorprendentemente puliti e quasi sempre gratuiti, soprattutto nei parchi.
Una passeggiata intorno alla Basilica mi ha portata al suo lato più celebre, dal quale ho visto uno spettacolare spicchio di Parigi prima di discendere quella che probabilmente è la scalinata più fotografata della città (della quale ho preso un ricordo pure io, perché altrimenti che pessima turista sarei?). Peccato solo per la folle quantità di gente in fila per visitare la Basilica, che mi ha fatto desistere dal tentativo; dicono però che la vista della città dalla cupola sia meravigliosa, andrà ritentata in un orario e in un periodo meno turistici.
Dalla scalinata mi sono mossa un po’ a caso tra le vie del quartiere di Montmartre, e già che si avvicinava l’ora di pranzo ho comprato una croccantissima baguette sarrasin in una boulangerie artigianale e un gustoso onigiri al kimchi e carne di maiale da Sankaku – un piccolo locale a gestione tutta femminile e casalinga in zona Pigalle – creando uno strano fusion tra cucina francese e cucina orientale (comunque stiamo migliorando, eh).
Bonus della via, qualche numero più giù di Sankaku c’è una piccola libreria dell’usato di nome Ponches che vanta un fantastico libraio peloso: la libreria era chiusa, ma il suo custode vegliava comunque attentamente sui libri. La mattinata si è conclusa nel parco Square Montholon, dove ho gustato il mio pranzo al sole circondata da famiglie che, come me, approfittavano di questa oasi verde in mezzo al caos della città.
Giovedì 9 ottobre 2025
Prendo in prestito il titolo di un libro di Emmanuel Carrère per battezzare questa giornata. Sono appena rientrata a casa e il mio pensiero ha indugiato a lungo sulle molte vite che incrocio giornalmente sulla metro. Tra queste, una ragazza in particolare ha attirato la mia attenzione in questi giorni. L’ho vista per la prima volta martedì sulla metro 12 e mi ha colpita perché leggeva in piedi in mezzo alla folla, una mano al palo per reggersi, l’altra a sorreggere un enorme tomo dalla copertina azzurra. Indossava un trench lungo e portava i capelli sciolti, che in parte le coprivano il viso; lo sguardo era completamente assorbito dalle pagine e la mia curiosità da lettrice è stata subito magnetizzata dalla sua concentrazione. Mi sono un po’ contorta per riuscire a sbirciare la copertina, ho colto giusto che si trattava di un libro di Ken Follet in lingua originale, il titolo mi è sfuggito. Era circa a metà e, benché non sia per nulla raro incrociare ragazze che leggono sulla metro (ne abbiamo anche già parlato in questo diario), lei in qualche modo spiccava: il libro sembrava davvero pesante e la folla le premeva continuamente intorno, ma non se ne curava. Non era davvero lì, con noi, era chissà dove persa tra quelle pagine.
Potrei essere io, ho pensato. Certi libri fanno quell’effetto anche a me.
Forse il ricordo di lei sarebbe sfumato dopo brevissimo tempo, ma il caso ha voluto che ci ritrovassimo sulla stessa metro due giorni dopo. Quando l’ho vista, questo pomeriggio, aveva appena trovato posto a sedere e ho atteso con curiosità di vedere se avrebbe di nuovo tirato fuori il suo libro. Poco dopo la copertina azzurra è ricomparsa, ed è stato bellissimo notare che da metà era arrivata quasi alla fine, le mancavano pochissime pagine. Si è rituffata nella lettura con la stessa concentrazione dei giorni precedenti, le pagine si susseguivano a un ritmo intenso man mano che le fermate della metro sfilavano accanto a noi. Sembrava quasi una gara tra lei e la 12, per scoprire chi avrebbe raggiunto prima il suo obiettivo.
Purtroppo sono scesa prima di lei, quindi non saprò mai se è riuscita a terminare il libro prima del suo arrivo. Sono però emersa dalla fermata entusiasta di aver assaporato per qualche istante un bagliore di un’altra vita diversa eppure così vicina alla mia. Spero che il finale del libro l’abbia soddisfatta e che, ovunque stesse andando in questo mondo, quello letterario parallelo le abbia regalato un po’ di gioia e di serenità.
Lunghe camminate sotto il sole
Sabato 11 ottobre 2025
Il fine settimana si è aperto con una bellissima giornata di sole e, anche se avevo in programma di riposare e portare avanti un po’ di lavoro arretrato, ho deciso che era un crimine rimanere chiusa nella mia stanzetta perennemente in mezz’ombra. Così, ho preso l’iPad e un po’ di taccuini e sono salita sulla metro 8, una nuova esperienza di viaggio regalata dai recenti lavori sulla 12, la mia linea di fiducia.
La 8 mi ha condotta a poche decine di metri da Place des Vosges, la mia meta improvvisata, dandomi l’occasione di passeggiare tra le bancarelle di un mercato delle pulci ricco di vestiti, oggetti per la casa, spille, bigiotteria e molto altro. Come immaginavo, la Piazza si è rivelata un piccolo paradiso verde nel cuore del quartiere e tutti i propositi di fare la studente disciplinata sono sfumati in favore di un po’ di sano crogiolìo su una panchina riscaldata dal sole. Purtroppo, poco dopo un gruppo di rumorosi turisti tedeschi ha deciso di venire a scattarsi foto di gruppo proprio sulla mia panchina, così mi sono spostata all’erba per continuare a beneficiare della serotonina. Non doveva essere la mia giornata, però, perché sono stata di nuovo invasa dopo qualche minuto, questa volta da un gruppo di esaltati del pilates che ha steso i tappetini a meno di un metro dalla mia postazione.
Siccome sbuffi e sudore stonavano con la mia idea di rilassamento, ho deciso di lasciare la piazza e girovagare al sole senza una meta precisa. La serendipità mi ha fatto incontrare la carinissima libreria La Belle Lurette, un piccolo rifugio nel quale le libraie consigliano le loro letture preferite con dei simpaticissimi bigliettini scritti a mano e una gran quantità di sorrisi. Résister di Salomé Saqué, un reportage sull’avanzamento delle destre estreme in Francia, ha dunque raggiunto i taccuini nella mia borsa, e insieme abbiamo continuato a girovagare per le strade fino a trovarci prima in Place de la Bastille e poi al Jardin du Port de l’Arsenal, un piccolo parco curatissimo che fiancheggia il bel canale di Saint-Martin.
A quel punto probabilmente sarebbe stato sensato valutare di rientrare a casa per pranzo, ma la giornata era ancora così bella che pareva un crimine rincasare. Così ho continuato a passeggiare e sono arrivata fino al Jardin des Plantes, dove un piccolo giramento di testa mi ha fatto capire che era il caso di mettere nello stomaco qualcosa di consistente e zuccherino. Un’enorme gaufre alla nutella ha fatto il suo dovere e mi ha ridato le energie per girottare in questo spettacolare orto botanico, dove ho ammirato le numerose specie di fiori e piante coltivate in un luogo che risale al 1626 e che fu creato per ospitare le erbe medicinali necessarie per le cure di Luigi XIII.
Sono rimasta nel parco per qualche ora, in compagnia di Résister e circondata dai piacevoli suoni di questo sabato tiepido e quieto. E ho pure fatto un incontro molto peculiare: mentre ero sulla panchina e mi beavo al sole si è avvicinato un ometto di mezza età dal bel sorriso; si è fermato a guardare la copertina del mio libro e mi ha detto che “resistere” era a suo avviso una parola molto potente, e che in quanto poeta non poteva che rispettare il potere delle parole. E poi ha aggiunto che ero La plus belle fille ensoleillée du parc, ovvero la ragazza illuminata dal sole più bella del parco, mi ha fatto un inchino e se n’è andato.
Cose bizzarre accadono in quel di Parigi, e il sole porta con sé anche incontri fortuiti e qualche sorriso inaspettato.