di pioggia e di sole – Chiacchiere Letterarie

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Nostalgia di casa

Lunedì 22 settembre 2025

Immaginavo che sarebbe successo, di sentire una forte nostalgia di casa. Non pensavo sarebbe arrivata così presto, o forse immaginavo che sarebbe stata diluita in una costante e abbastanza sopportabile sensazione di spaesamento, e invece è arrivata a sorpresa tutta insieme nel fine settimana, come una marea inarrestabile e brutale.

C’entrerà anche la stanchezza, questa prima settimana d’altronde è stata densa e complicata, piena di prime volte e di tentativi di assestamento; fatto sta che ieri mi sono svegliata parecchio tardi ed ero triste, tremendamente triste, e il cielo grigio e piovoso non aiutava di certo. Mi sono costretta comunque a vestirmi e uscire a fare una passeggiata, respirare e camminare, però quando sono rientrata la tristezza era ancora lì, mi ha tenuta compagnia nella serata e prima di andare a dormire, e c’era di nuovo stamattina quando mi sono svegliata per andare all’università.

Le chiacchiere con i colleghi e le presentazioni all’università l’hanno attenuata ma non dissolta. Solo una volta rientrata a casa ho capito che non si trattava tanto di solitudine, quanto proprio di nostalgia per le cose, e soprattutto le persone, rimaste a Pisa: il mio piccolo mondo caldo e sicuro, nel quale ormai ero abituata a rannicchiarmi e a farmi consolare quando le cose diventavano difficili.

Mi manca quel porto sicuro, che da qui posso raggiungere solo via telefono, e solo parzialmente: niente abbracci, niente fusa o impastaggi morbidi. Questa nuova esperienza ha senz’altro tanti vantaggi, primo tra tutti lo scoprire nuove prospettive accademiche e di vita; ma ha anche diversi svantaggi, tra i quali questo è il mio grande. Vorrei che avessimo già inventato il teletrasporto, per tornare a casa tutte le volte che sento il bisogno di rifugiarmi nel mio luogo sicuro. Probabilmente con il tempo riuscirò a ricreare qualcosa di abbastanza accogliente e caldo anche qui, ma nel frattempo mi tocca farmi forza e accettare che scegliere di partire significa anche scegliere di affrontare e superare momenti come questi. 

E dunque per oggi basta passeggiate e via alle lacrime, che hanno diritto di sgorgare e defluire per lasciare spazio al prossimo raggio di sole. E via anche alle chiamate fatte di dolcezza e tristezza in egual misura, per sentirsi un po’ vicini anche a questa grande distanza.

E finalmente torna il sole

Venerdì 26 settembre 2025

Sono stati giorni abbastanza grigi, quelli appena trascorsi. A Parigi ha piovuto quasi ininterrottamente, e le temperature sono scese ai minimi storici (il settembre più freddo dal 1821, dicevano i giornali ieri mattina). Per fortuna, la rete di amicizie e famiglia ha funzionato molto bene, e sono uscita quasi indenne dal grigiore e dalla tristezza grazie alle videochiamate, le chiacchiere tra coinquilini a proposito di libri e vita a Parigi davanti a una Cameo surgelata (si trova anche qui!) e i molti messaggi arrivati al momento giusto per spezzare la malinconia.

E questo pomeriggio, dopo una mattinata di commissioni e rufolamenti nel carinissimo negozio dell’usato vicino a casa di none Bhuni – che mi ha dotata di cappotti e giacche adatte alla stagione invernale fin troppo precoce a prezzi modicissimi – ho finalmente scorto il sole rimbalzare sulla facciate del palazzo davanti al mio; inutile dire che ho acchiappato scarpe e giubbotto a una velocità altrimenti impensabile e mi sono precipitata su una panchina nella piazza davanti a casa, per fare scorta di tutta la vitamina d e di tutta la serotonina perse in questi giorni.

E piccolo bonus di questo venerdì, al ritorno mi sono fermata in un’edicola per recuperare i francobolli per le mie prime lettere alle persone care rimaste a Pisa, perché se c’è una cosa bella di tutta questa distanza che ci separa è proprio la possibilità di scriversi delle lettere sentendosi dei veri Vittoriani.

La faccia soddisfatta di una viaggiatrice che vede il primo raggio di sole dopo giorni di pioggia

Letture nel parco

Domenica 28 settembre 2025

Parigi sotto il sole è davvero uno spettacolo. Stamattina ho fatto una passeggiata nel quartiere respirando l’aria calda e avvolgente, in direzione del mercato del libro antico nel XV arrondissement; ho rufolato per gli stand in cerca di piccoli tesori e recuperato una copia di Changer l’eau aux fleurs di Valérie Perrin a un prezzo stracciatissimo. Poi mi sono lasciata sedurre dalla bellezza e dalla quiete del Parc Georges-Brassens e ho passato lì il resto della mattina e del primo pomeriggio, sdraiata al sole a leggere il mio libro, con intorno a me le grida gioiose dei bambini e le chiacchiere serene degli abitanti del quartiere che, come me, hanno approfittato del bel tempo per regalarsi una domenica in mezzo al verde.

Abbandonare il mio cantuccio per tornare a casa a pranzo era praticamente un crimine, quindi ho girottato nei dintorni stretti del parco finché non ho trovato una boulangerie dove acquistare una bella baguette croccante (sì, lo so, probabilmente diventerò tonda molto presto a furia di mangiare tutte queste baguette, ma helas, ce ne faremo una ragione) e sono tornata sulla mia panchina assolata.

Avevo già cominciato il libro di Perrin in ebook, ma leggerlo in cartaceo sotto il sole è tutt’altra cosa e il pomeriggio è scivolato piacevolmente grazie alla voce di Violette Toussaint, una protagonista dal carattere davvero accattivante la cui storia mi sta davvero conquistando (come ha fatto con praticamente mezzo mondo, quindi non è che vi dico nulla di davvero sorprendente).

Una piccola pausa a casa a metà pomeriggio per mettere nello stomaco qualcosa di più sano e nutriente e poi sono tornata al sole, questa volta sulla Petite Ceinture, dove ho ammirato il volteggiare delle farfalle e osservato distrattamente i volti sereni delle persone che si godevano una passeggiata sui vecchi binari del treno ormai in disuso.

A concludere la giornata, la prima lezione del corso di Danza Rock al quale mi sono iscritta, una nuova esperienza molto stimolante che dovrebbe spingermi, oltre che a tornare finalmente a ballare, anche a fare un po’ di esperienza di socialità fuori dagli ambienti accademici.

Non male come domenica, mi ha dato le energie giuste per cominciare la nuova settimana, che promette perfino di mantenere il sole ancora per un po’.

La quieta bellezza del Parc Georges-Brassens
Recapiti
Denise