Uno dei principali obiettivi del sistema trasfusionale italiano è raggiungere l’autosufficienza nazionale nella produzione di farmaci plasmaderivati, tra cui le immunoglobuline. L’autosufficienza significa poter coprire il fabbisogno dei pazienti con il plasma raccolto nel nostro Paese, senza dipendere dall’importazione.
Nel 2023, per quanto riguarda le immunoglobuline normali (quelle utilizzate più frequentemente), l’Italia ha raggiunto un livello di autosufficienza potenziale del 59% e di autosufficienza effettiva del 62%. In pratica, questo significa che solo poco più della metà del fabbisogno nazionale è stato soddisfatto grazie al plasma donato in Italia, mentre tutto il resto è stato acquistato dal mercato estero.
Questo dato mostra chiaramente che, nonostante i progressi, l’autosufficienza è ancora lontana. L’Italia rimane vulnerabile alle dinamiche internazionali: crisi produttive, riduzione delle esportazioni da parte di altri Paesi o aumenti dei prezzi possono tradursi in carenze o difficoltà di approvvigionamento per i pazienti.
Il problema riguarda in particolare alcune tipologie di immunoglobuline:
- Le endovenose (IVIG), che rappresentano il 92% della domanda, mostrano un livello di autosufficienza più alto (76%).
- Le sottocutanee e intramuscolari (SC/IM) hanno invece un’autosufficienza effettiva di appena il 17%, segnalando una dipendenza quasi totale dalle importazioni.
Il raggiungimento dell’autosufficienza non è un traguardo puramente tecnico, ma ha implicazioni concrete per i pazienti:
- Stabilità delle terapie: meno dipendenza dall’estero significa meno rischio di interruzioni.
- Equità: disponibilità garantita su tutto il territorio, indipendentemente dalle dinamiche commerciali.
- Sostenibilità: il plasma nazionale consente un controllo migliore dei costi.
Per migliorare la situazione, è necessario rafforzare la cultura della donazione volontaria di plasma e potenziare la rete trasfusionale. Ogni donazione contribuisce direttamente a rendere il Paese meno dipendente dall’estero e a garantire che le persone con immunodeficienze, neuropatie autoimmuni e altre patologie possano contare su terapie continue e sicure.