Lo Spi Cgil Nazionale ha lanciato per il 2026 una campagna di informazione e sensibilizzazione sul tema della non autosufficienza, da anni prioritaria per il sindacato
Al via nel 2026 una campagna di informazione e sensibilizzazione, rivolta alle persone non autosufficienti, ai loro familiari, ai caregiver e all’opinione pubblica, per aumentare la consapevolezza sui diritti, denunciare le disuguaglianze, raccontare storie spesso invisibili e portare alla luce il peso – umano, sociale ed economico – che oggi grava sulle famiglie, in particolare sulle donne.
L’ha progettata lo Spi Cgil Nazionale, che da anni lavora affinché la non autosufficienza e il benessere delle persone anziane siano posti al centro dell’agenda pubblica.
“La non autosufficienza – dichiarano i rappresentanti del sindacato nazionale – è tra le grandi questioni sociali del nostro tempo. L’invecchiamento della popolazione, l’aumento delle fragilità e delle malattie croniche, l’impatto dell’inverno demografico impongono al Paese un cambiamento: servono nuovi modelli di cura, servizi territoriali più forti e un sostegno reale alle persone e alle famiglie. Non è solo un tema sanitario, è un tema di dignità, diritti e giustizia sociale“.
“Abbiamo ottenuto nel 2022 una legge nazionale dedicata – proseguono – tuttavia il traguardo è tutt’altro che raggiunto: la legge deve essere finanziata e resa realmente operativa, così come va rafforzata e organizzata l’intera rete dei servizi territoriali. È un impegno che richiede pressione sulle istituzioni, ma anche la capacità di costruire alleanze con associazioni, enti locali, organizzazioni sociali e mondo del volontariato“.
La mobilitazione partirà da un’indagine nazionale che raccoglierà dati, esperienze e testimonianze dirette. A questo seguirà un lavoro di elaborazione e restituzione pubblica. L’obiettivo è rompere il silenzio che circonda la non autosufficienza, denunciare le speculazioni, valorizzare le buone pratiche e promuovere una nuova cultura della cura come responsabilità collettiva e dello Stato.
Questa campagna si articolerà in una serie di azioni concrete sul territorio:
- contrattazione sociale con gli enti locali e le strutture sanitarie,
- punti d’ascolto nelle leghe,
- monitoraggio delle strutture,
- percorsi itineranti di sensibilizzazione,
- costituzione parte civile nei casi di maltrattamenti.
Un intreccio virtuoso fra comunicazione, mobilitazione e iniziativa politica.
“Lo Spi – concludono – rappresenta 2 milioni e mezzo di pensionate e pensionati: una comunità che incarna quotidianamente bisogni, fragilità, responsabilità di cura e cittadinanza attiva. La nostra voce è essenziale affinché la non autosufficienza non resti confinata nel cono d’ombra dell’emergenza, ma diventi una priorità riconosciuta“.